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JANDOLO

La storia degli Jandolo, una delle più rilevanti dinastie di antiquari romani, ha inizio con Salvatore, proprietario di una galleria di antichità in via della Consolazione 69 già dai primi anni Settanta del XIX secolo, insieme ai tre figli, Ettore, Alessandro (?- 1930) e Antonio (?-1912). Negli anni successivi, Alessandro e Antonio spostarono l’attività di famiglia, prima, a Palazzo Raffaelli in via del Babuino 92 e, dal 1891, in via Sistina 66, mentre Ettore aprì un proprio spazio espositivo in via Margutta 51A.

Alessandro e Antonio Jandolo sono ricordati nelle memorie dell’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak come abili commercianti di dipinti, maioliche e soprattutto di oggetti di scavo. Tra i loro acquirenti, facoltosi americani e i più importanti collezionisti dell’epoca, come il barone Giovanni Barraco, fondatore del “Museo di Scultura Antica” di Roma e Carl Jacobsen, produttore di birra danese appassionato di antichità.

La terza generazione vede in Augusto Jandolo (1873-1952) il personaggio più eminente. Figura eclettica di mercante, poeta dialettale e scrittore, pubblicò nel 1935 l’autobiografia Memorie di un antiquario, fonte imprescindibile per la comprensione del mercato dell’arte romano a cavallo tra Otto e Novecento. Antiquario colto, organizzò la propria attività commerciale e intellettuale nello studio in Palazzo Patrizi in via Margutta 53A, nelle stanze che per anni erano state l’atelier dello scultore americano William Wetmore Story, dove era esposta la sua personale collezione di antichità e si radunava la sua cerchia di amici letterati. Con la vendita della sua raccolta, organizzata dalla casa d’asta L’Antonina nel 1949, Augusto si ritirò dal commercio.

Il fratello di Augusto, Ugo Jandolo dovette invece la propria fortuna all’acquisto, nel 1920, del Casino di Pio IV sulla via Flaminia realizzato da Pirro Ligorio che trasformò nella propria galleria specializzata, anch’essa, nella vendita di pezzi archeologici, e nella propria abitazione. La splendida sede fu però requisita nel 1929 da Mussolini che la destinò a ospitare la rappresentanza diplomatica italiana presso la Santa Sede.

A partire dai primi anni del Novecento gli Jandolo si unirono in società con Filippo Tavazzi (1857-1924), fondando la “Casa di vendite Jandolo & Tavazzi” documentata in via del Babuino 96, 97. I cataloghi della maison des ventes furono pubblicati dal 1907 al 1936 e descrivono alcune delle vendite italiane più importanti dell’epoca, come quelle degli antiquari Gioacchino Ferroni (1854-1909) ed Elia Volpi (1858-1938).

L'entità Jandolo è così composta:

Geolocalizzazione dell'attività antiquariale:

I principali clienti dell'entità Jandolo sono stati:

  • Carl Jacobsen
  • Giovanni Barraco

Gli eventi signficativi dell'attività antiquariale:

  • 1935 - Pubblicazione 'Memorie di un antiquario': Augusto Jandolo pubblicò nel 1935 l'autobiografia 'Memorie di un antiquario', fonte imprescindibile per la comprensione del mercato dell’arte romano a cavallo tra Otto e Novecento.

L'entità Jandolo, durante la sua attività, ha avuto relazioni con:

Bibliografia essenziale:

  • Bartoli Amici, P. (2004), Jandolo, Augusto., In Dizionario biografico degli italiani, 62
  • Bellini, L., De Chirico, G. (1947), Nel mondo degli antiquari., Firenze, Arnaud.
  • Coen, P. (2020), La rincorsa del primato: le esportazioni di opere d'arte in Italia e nel mondo., In Coen, pp. 177-235
  • Di Castro, A. (2012), L'arte dell'antiquariato., In «Gazzetta antiquaria», 62, 2, pp. 20-23
  • Jandolo, A. (1935), Le memorie di un antiquario., Milano, Ceschina.
  • Jandolo, A. (1947), Antiquaria., Milano, Ceschina.
  • Misiano, S. (2012), I ritratti di Augusto Jandolo al Museo di Roma: immagini tra storia e cronache d'arte., In «Bollettino dei musei comunali di Roma», N.S., pp. 183-196
  • Pollak, L., Merkel Guldan, M. (1994), Römische Memoiren : Künstler, Kunstliebhaber und Gelehrte, 1893-1943., Roma, L'Erma di Bretschneider.
  • Romiti, A. (1952), L'antiquario, in «Strenna dei Romanisti»., 45.32.00, pp. 22-25
  • Tolosani, D. (1913), I colleghi d'Italia: Romani., In «L'Antiquario», VI, 1, pp. 1-4