Imbert
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- Albero familiare
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- Bibliografia
- Opere trattate
Alexandre Imbert (1865-1943), proveniente da una famiglia di origine francese, nacque a Napoli il 3 aprile 1865. Trasferitosi a Roma, a partire dal 1897 risulta titolare della "Galerie A. Imbert", situata in via Condotti 59-61 che commerciava, come riportato dalle inserzioni pubblicitarie, "Objets d'art anciens et de haute curiosité, spécialité de tableaux des grànd maitres".
Ludwig Pollak menziona Imbert tra il 1910 e il 1912 nelle sue memorie, ricordandolo come un esperto di maiolica italiana, soprattutto antica. La passione per la ceramica portò l'antiquario a pubblicare nel 1909 il libro Ceramiche orvietane dei secoli XIII e XIV. Note su Documenti, testimonianza dell'intreccio tra mercato e studio. Si tratta di un testo con una tiratura di 200 copie da donare ai suoi più importanti clienti, tra cui J. Pierpont Morgan, che l'antiquario aveva conosciuto a Roma intorno al 1906.
Imbert morì a Buenos Aires nel 1943. Oltre a Alexandre, anche il fratello minore Eugène Imbert, svolse la professione di antiquario, con sede a Milano in via Santo Spirito 3, e si specializzò in placchette italiane realizzate tra il XV e il XIX secolo. Eugène fu inoltre genero di Arturo Rambaldi , proprietario di una casa di vendite a Bologna.
Bibliografia essenziale:
- Imbert, A. (1909), Ceramiche orvietane dei secoli XIII e XIV. Note su Documenti, Roma, Forzani
- Pollak, L., Merkel Guldan, M. (1994), Römische Memoiren : Künstler, Kunstliebhaber und Gelehrte, 1893-1943, Roma, L'Erma di Bretschneider
- Riccetti, L. (Ed.) (2010), 1909 tra collezionismo e tutela : connoisseur antiquari e la ceramica medievale orvietana, Catalogo delle mostre: John Pierpont Morgan, Alexandre Imbert e la ceramica medievale orvietana, (Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, Palazzo Baldeschi al Corso, 7 novembre 2009 - 10 gennaio 2010), Connoisseur e antiquari. Il ritorno delle ceramiche Imbert a Orvieto, (Orvieto, Museo Archeologico Nazionale, 13 marzo - 6 giugno 2010), Milano, Giunti
Vedi le opere transitate presso l'antiquario presenti nel catalogo della Fondazione Zeri