Fondazione Federico Zeri
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Italico Brass (Venezia, 1870-1943) fu un rilevante pittore di vedute e scene di vita veneziana e in questa veste partecipò a più edizioni della Biennale d’arte di Venezia che, nel 1935, ospitò una sua retrospettiva di quaranta dipinti, corredata dal catalogo con una sintetica autobiografia.

Al contempo, fu grande collezionista di pittura genovese e veneziana del Sei e Settecento. Ebbe un ruolo centrale, in particolare, nella riscoperta di Alessandro Magnasco, il cui apprezzamento contribuì a diffondere anche Oltreoceano grazie a numerose vendite.

Accanto a quella di collezionista, infatti, si dedicò all’attività di mercante, soprattutto dalla metà degli anni Venti insieme al figlio Alessandro Brass (1898-?), avvocato e vicesindaco di Venezia durante il regime fascista. Nel contesto veneziano collaborò soprattutto con Francesco e Maria Pospisil e con lo storico dell’arte Giuseppe Fiocco.

I proventi delle vendite di opere d’arte sembra fossero principalmente destinati al restauro della Scuola Vecchia della Misericordia, acquistata da Italico come atelier e sede della propria collezione, nella speranza di farne un museo pubblico.

Tra la fine degli anni Venti e l’inizio del decennio successivo vendette opere di Bernardo Strozzi, Magnasco e Giambattista Piazzetta a musei americani come il Wadsorth Atheneum di Hartford e soprattutto l’Art Museum di Cleveland. A favorire questa impresa furono soprattutto i rapporti con l’agente d’arte Harold Parson e con i mercanti newyorkesi Duveen, approfonditi grazie a un viaggio nel 1933 in cui ebbe modo di visitare alcuni dei musei e delle collezioni private più importanti degli Stati Uniti.

Dopo la morte di Italico fino almeno alla fine degli anni Cinquanta, Alessandro continuò il commercio di opere d’arte vendendo soprattutto pezzi della collezione paterna per far fronte ai debiti. Anche il figlio di quest’ultimo, Italico Brass Jr., rimase nel settore. Nel 1974, gli eredi cedettero allo Stato italiano la Scuola Vecchia della Misericordia, oggi sede del laboratorio di restauro della Soprintendenza veneziana.

Relazioni familiari:

Altri antiquari:

Clienti:

  • Albert Figdor
  • Giovanni II del Liechtenstein
  • Gustavo V di Svezia
  • Jean Paul Getty
  • Karl Graf Lanckoro?ski
  • Leo Planiscig
  • Oscar Bondy
  • Sigmund Freud
  • Wilhelm von Bode

Collaboratori:

  • Cesare Faraglia (fotografo)
  • Ludwig Pollak (storico dell'arte)
  • Wilhelm Von Bode (storico dell'arte)

Bibliografia essenziale:

  • Barsanti, A., Pollak, L. (1922), Raccolta Alfredo Barsanti : bronzi italiani (Trecento - Settecento), Roma, Istituto italiano d’arti grafiche
  • Bellini, L., De Chirico, G. (1947), Nel mondo degli antiquari, Firenze, Arnaud
  • L'Etrusco (1923), I bronzi di Barsanti, In «L'Antiquario», X, 1-2, p. 8
  • Napoleone, V. (2020), Between Florence and Berlin: the international art market in post-unification Rome, In Catterson, pp. 181-208
  • Pollak, L., Merkel Guldan, M. (1994), Römische Memoiren : Künstler, Kunstliebhaber und Gelehrte, 1893-1943, Roma, L'Erma di Bretschneider
  • Tolosani, D. (1913), I colleghi d'Italia: Romani, In «L'Antiquario», VI, 1, pp. 1-4
  • Turco, V. (1924), Barsanti e i suoi bronzi, In «L'Antiquario», XI, 2, pp. 37-44

Vedi le opere transitate presso l'antiquario presenti nel catalogo della Fondazione Zeri