Consulta le banche dati della Fondazione
Federico Zeri e ricerca fotografie, documenti,
cataloghi d'asta, fondi e notizie
sull'antiquario corrente.
Cesare (1863-1922), Ercole (1867-1929) e Amedeo Canessa (1874-1934) furono tre fratelli napoletani fondatori di un’attività che fu un punto di riferimento assoluto nel mondo del mercato dell’arte, dalla data di fondazione, nel 1884, almeno fino alla crisi del 1929. La “Canessa Antiquaires – Numismates”, che, come sottolinea l’intestazione, era inizialmente specializzata in monete antiche, ebbe sede principale a Napoli, in Piazza dei Martiri 23 nel monumentale Palazzo Nunziante, costruito nel 1858 dall’architetto Enrico Alvino e acquistato dal Duca di Mignano. Entro la fine del secolo furono aperte altre due sedi: una a Parigi sugli Champs Elysées, che venne gestita da Ercole, l’altra a New York, in Fifth Avenue, di cui fu responsabile Amedeo.
La ditta commerciava soprattutto arte antica, mobili del XVI e XVII, porcellane di Capodimonte e arte presepiale.
L’evento che portò la Galleria alla ribalta sul mercato antiquario internazionale fu la scoperta, nel 1895, del tesoro di Boscoreale: un servizio di argenteria di oltre 100 pezzi di epoca romana che i Canessa contribuirono ad esportare illegalmente cedendoli al barone Edmond de Rothschild e che sono oggi conservati al Louvre. Altri affari sensazionali che contribuirono all’inarrestabile ascesa sul mercato furono la vendita dei cosiddetti “Argenti Cacace”, rinvenuti a Taranto nel 1896, e l’asta nella quale furono posti all’incanto gli affreschi di Boscoreale (1903), con catalogo curato da Arthur Sambon. Quest’ultimo, titolare anche di una propria galleria a Napoli, fu per anni un loro collaboratore. Nel 1904 insieme ai Canessa fondò la rivista “Le Musée. Revue d’art mensuelle” che uscì fino al 1925.
I Canessa ebbero una clientela internazionale di assoluto prestigio che includeva Giorgio V d’Inghilterra, il Duca D’Aosta, Vittorio Emanuele III, il cantante Enrico Caruso, il barone Edmond de Rothschild, Madame André, il banchiere Otto Kahn, gli americani Vanderbilt, Henry Walters, Rockefeller, Elizabeth Stewart Gardner e, soprattutto, J. Pierpont Morgan con il quale condussero numerosissime trattative e che si serviva di loro come agenti di fiducia per gli acquisti in Italia.
Negli oltre ottant’anni di attività furono pubblicati oltre 50 cataloghi delle loro vendite.
Alla morte di Cesare la ditta venne divisa: la sede di Napoli, da allora denominata “Galleria Canessa” continuò ad essere gestita dai figli Ambrogio e Guglielmo per pochi anni, fino alla chiusura nel 1929; Ercole prese il controllo della sede di Parigi e New York chiudendo la prima nel 1926 e la seconda ugualmente nell’anno della grande crisi, lo stesso della sua morte.
Ambrogio e Guglielmo Canessa rientrarono in Italia nel 1935 e, dopo alcuni anni, aprirono negozi di antichità rispettivamente a Roma e a Milano. L’ultima filiale condotta da un membro della famiglia fu chiusa definitivamente nel 1969.